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Pronti a scoprire come entrare ai Musei Vaticani con ingresso gratuito? Intanto vi lasciamo il video riassuntivo, clicca qui!

Cosa c’è all’interno dei Musei Vaticani?

Lo sapevi che i Musei Vaticani sono il quinto museo più grande al mondo?

Al suo interno ci sono più di 70 000 opere e solo 25 000 sono esposte!

I Musei Vaticani sono un insieme di musei e sale. 

il primo che si può visitare è il Museo Gregoriano Egizio

Museo Gregoriano Egizio

La maggior parte del materiale proveniente dalla Villa d’Adriano, a Tivoli, ed è disposto su 9 sale, di cui le ultime due ospitano opere della Mesopotamia antica e dell’Assiria.

Sala I – Vi si trovano collezioni di oggetti e monumenti (stele, statue, oggetti diversi) con iscrizioni datanti dell’Antico Regno all’epoca cristiana.

Sala II – Sono esposti oggetti del culto funerario dell’antico Egitto.

Sala III – Vi è ricostruita parte della decorazione del Serapeum della Villa Adriana di Tivoli.

Sala IV – La sala raccoglie copie di statue e bassorilievi ad imitazione di originali egizi, ma scolpiti in Italia in epoca imperiale romana per decorare templi o luoghi sacri a Roma e dintorni.

Statue monumentali di divinità  e faraoni egiziani (sala V)

Sala V (Emiciclo) – Esposizione delle statue egiziane trovate a Roma e dintorni (come i colossi di Tolomeo II e Arsinoe II). Nella terrazza dell’Emiciclo sono esposte statue e sarcofagi.

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Sala IV – La sala raccoglie copie di statue e bassorilievi ad imitazione di originali egizi, ma scolpiti in Italia in epoca imperiale romana per decorare templi o luoghi sacri a Roma e dintorni.

Statue monumentali di divinità  e faraoni egiziani (sala V)

Sala V (Emiciclo) – Esposizione delle statue egiziane trovate a Roma e dintorni (come i colossi di Tolomeo II e Arsinoe II). Nella terrazza dell’Emiciclo sono esposte statue e sarcofagi.

Sala VI – Sono esposte le collezioni di bronzi egizi, risalenti al X-IV secolo a.C., appartenute a Carlo Grassi e donate a Pio XII da Nedda Grassi.

Sala VII – è interamente dedicata ad Alessandria d’Egitto e a Palmira in Siria, con oggetti di epoca ellenistico-romana (IV secolo a.C. – II secolo d.C.).

Sala VIII – La Sala è dedicata a reperti (vasellame, armi, lame di selce, oggetti personali) provenienti dalla Mesopotamia e dalla Siria-Palestina pre-classica (III-I millennio a.C.).

Sala IX – è suddivisa in quattro sezioni, ciascuna dedicata ai rilievi che decoravano il palazzo di un sovrano assiro.

Museo Chiaramonti

Il Museo Chiaramonti fa parte dei Musei Vaticani e prende il nome da papa Pio VII (al secolo Barnaba Chiaramonti), che lo fondò agli inizi del XIX secolo. Esso fu allestito e ordinato da Antonio Canova ed è composto da tre gallerie:

la galleria Chiaramonti, dove sono esposte numerose sculture, sarcofagi e fregi;

la nuova ala, detta Braccio Nuovo, costruita da Raffaele Stern, che ospita celebri statue;

la galleria lapidaria, che contiene più di 3.000 pezzi di iscrizioni, epigrafi e monumenti, che rappresentano la più grande collezione del mondo di questo tipo di manufatti. Tuttavia viene aperta ai visitatori solo su richiesta, generalmente per motivi di studio.

Pinacoteca

Venne inaugurata il 27 ottobre 1932 nell’edificio costruito dall’architetto Luca Beltrami, appositamente per ospitare la pinacoteca, per volere del papa Pio XI.

La sala ospita i cosiddetti “primitivi” italiani, artisti di epoca medievale.

SALA 1 Tra le opere raccolte, eseguite prevalentemente a tempera su tavola, assume particolare rilievo il Giudizio finale di Nicolò e Giovanni dipinto dalla forma circolare e base rettangolare, giunto dall’oratorio di San Gregorio Nazianzeno presso Santa Maria in Campo Marzio a Roma.

SALA 2 La Sala espone tempere del periodo giottesco e tardogotico. Qui è posto uno dei maggiori capolavori conservati nella Pinacoteca Vaticana, il Trittico Stefaneschi, opera di Giotto e allievi proveniente dall’antica basilica di San Pietro. 

Tra le opere presenti anche il Redentore benedicente, dipinto dalle ridotte dimensioni  attribuito a Simone Martini, artista senese della prima metà  del Trecento considerato uno dei maggiori innovatori dell’arte tardomedievale.

SALA 3 La Sala raccoglie in maggioranza opere di Filippo Lippi, Beato Angelico e Benozzo Gozzoli. Di Filippo Lippi e aiuti è il grande trittico con l’Incoronazione della Vergine o Incoronazione Marsuppini ultimato intorno al 1460 per la cappella di San Bernardo nel convento delle monache Olivetane ad Arezzo.

SALA 4 La Sala è riservata alle opere di Melozzo da Forlì e di Marco Palmezzano, suo aiuto. A Melozzo si devono il grande affresco di Sisto IV nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana (1477), trasposto su tela dagli ambienti della Biblioteca Apostolica Vaticana fondata dal Pontefice nel 1475. 

SALA 5 La Sala conserva lavori di Quattrocentisti italiani e stranieri. Tele e tavola, oltre a una terracotta invetriata, realizzate a tempera o a olio. Tra queste i Miracoli di san Vincenzo Ferrer di Ercole de’ Roberti e la più tarda Pietà di Lucas Cranach il Vecchio.

SALA 6 La Sala è dedicata ai polittici della seconda metà del XV secolo.  Fra questi, la Crocifissione tra i Santi Venanzio, Giovanni Battista e Porfirio e l’Incoronazione della Vergine, Cristo deposto e Santi ECC

In totale ci sono 16 sale.

Stanza di Raffaello

Le Stanze di Raffaello sono quattro e sono così chiamate perché affrescate dal grande pittore urbinate e dagli allievi della sua bottega.

Stanza della Segnatura: L’ambiente prende il nome dal più alto tribunale della Santa Sede, la “Segnatura Gratiae et Iustitiae”, presieduto dal pontefice e che usava riunirsi in questa sala. La celebrazione delle categorie del sapere negli affreschi (teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza), ha fatto pensare che originariamente la sala fosse destinata a ospitare lo studiolo e la biblioteca del papa.

Stanza di Eliodoro: Mentre la Stanza della Segnatura era in via di completamento, Raffaello, nell’estate del 1511, incominciò a elaborare i disegni per la decorazione della stanza successiva, destinata a sala delle Udienze. A giugno il papa era tornato a Roma dopo una campagna militare disastrosa contro i francesi, che aveva comportato la perdita di Bologna e la continua minaccia degli eserciti stranieri nella penisola.

Stanza dell’Incendio di Borgo: La Stanza dell’Incendio di Borgo fu l’ultima in cui è riscontrabile un intervento diretto di Raffaello. L’esecuzione degli affreschi venne affidata in larghissima parte agli aiuti (Giulio Romano, Giovan Francesco Penni, Giovanni da Udine e altri) poiché il maestro era ormai preso da altre commissioni papali, prime fra tutti gli arazzi della Sistina e l’architettura della Basilica vaticana, dove il Sanzio aveva preso l’incarico di Bramante dopo la sua morte.

Sala di Costantino

La Sala di Costantino, quarta e ultima Stanza dell’appartamento, venne commissionata a Raffaello da Leone X nel 1517, come ricorda Vasari nelle vite del Sanzio e di Giovan Francesco Penni. Il maestro però, negli ultimi frenetici anni di vita, fece in tempo solo a preparare i cartoni, morendo nel 1520. L’opera è quindi datata dal 1520 fino al 1524 quando, ormai sotto Clemente VII, Giulio Romano, evidentemente libero da impegni col papa, partì per Mantova.

A Raffaello è attribuita l’ideazione del complesso decorativo, ma l’intera stesura e probabilmente anche la composizione delle scene nella parete spetta agli allievi.

Il tema iconografico principale, le storie di Costantino Magno, mira all’esaltazione della Chiesa, della sua vittoria sul paganesimo e al suo insediamento nella città  di Roma. Si tratta di una celebrazione storico-politica che proseguiva le riflessioni della seconda e della terza stanza.

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Sala dell’immacolata

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Sala della Biga

La sala a pianta circolare con piccola cupola imitante quella del Pantheon fu eretta dall’architetto Giuseppe Camporese nella sala sono state raccolte statue e sarcofagi di soggetto atletico e circense, che rimandano al lancio del disco, alla lotta, alle corse dei carri nel circo.

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La Scala Di Momo

Scale Elicoidali nel Mondo: Scala a doppia rampa Elicoidale all’ingresso dei Musei Vaticani progettata da Giuseppe Momo.

Giuseppe Momo fu un architetto attivo dai primi anni quaranta del Novecento. Sue moltissime opere realizzate a Torino e in Piemonte in generale, ma di lui, basterebbe ricordare il capolavoro della ristrutturazione di Città del Vaticano, a Roma, per rammentarne e riconoscerne i meriti.

La trasformazione architettonica della Città del Vaticano, gli venne commissionata da Papa Pio XI (il Papa Costruttore). 

Momo progettò per il Papa la “città nella città” e tra le numerose opere, con le quali interpretò la volontà  del Papa, possiamo citare:

il fabbricato in marmo e travertino della Stazione ferroviaria (1929-1933)

il Cancello di Sant’Anna (1931)

il Palazzo del Tribunale e l’Ufficio postale (1932)

il Palazzo delle Congregazioni (1932-1936)

la sede della Pontificia Università  Lateranense (1932-1937)

e, da ultimo, ma non per importanza, il nuovo e monumentale ingresso ai Musei Vaticani.

Giuseppe Momo, soprannominato l’architetto della reverenda fabbrica di San Pietro, per progettare e realizzare l’ingresso ai Musei Vaticani, adottò alcune soluzioni funzionali, che in seguito furono d’esempio ed ispirazioni ad altri grandi architetti.

Prezzi e come entrare gratis

Ecco il link diretto per l’acquisto dei biglietti per la visita ai Musei Vaticani direttamente sul loro sito ufficiale.


Acquista qui i biglietti

Il biglietto costa:

17€ INTERO

8€ RIDOTTO

*l biglietto ridotto dà  diritto alla visita (non guidata) dei Musei Vaticani e Cappella Sistina per il solo giorno di emissione.

Hanno diritto al biglietto ridotto i ragazzi dai 6 anni ai 18 anni compiuti. Hanno inoltre diritto al biglietto ridotto gli studenti fino ai 25 anni di età  presentando, il giorno della visita, il proprio libretto universitario o una International Student Card.

Vi consiglio vivamente di prenotare con largo anticipo le disponibilità  sono QUASI SEMPRE esaurite a poche settimane di distanza.

L’ULTIMA DOMENICA DEL MESE i Musei Vaticani hanno l’ingresso gratuito!

Dove si trova?

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